Primo maggio anarchico

Di seguito i report arrivati di questa giornata di lotta e di festa che da sempre per noi anarchici e anarchiche è un giorno importante. Decine sono state le iniziative in tutta Italia.
La redazione web
MILANO
In occasione del Primo maggio abbiamo partecipato al corteo unitario delle realtà di lotta milanesi, dei collettivi e dei sindacati di base. In testa al corteo, i gruppi dei Riders, i fattorini in bicicletta che da qualche anno popolano le strade delle grandi città con la scatola quadrata sulle spalle, dipendenti sfruttati da multinazionali che negano loro i diritti fondamentali, non considerandoli propriamente “lavoratori”. Sempre in testa, il gruppo delle maestre e maestri precari, recenti vittime dell’infame taglio dalle graduatorie delle diplomate e dei diplomati magistrali.
Partito nel pomeriggio da piazza Duca d’Aosta – luogo ricco di vergognose recenti memorie, con le reiterate operazioni di arresto e sequestro in massa di migranti da parte delle forze della repressione statale presso la Stazione centrale –, il corteo si è snodato numeroso, rumoroso e colorato, grazie alla presenza di qualche migliaia tra compagne e compagni, sino a piazzale Loreto e al quartiere popolare di via Padova, incrocio di culture e modello di convivenza stigmatizzato dai fascismi e razzismi locali e nazionali, per concludersi in Città Studi.
La Federazione Anarchica Milano ha partecipato alla manifestazione assieme al sindacato U.S.I., costruendo uno spezzone rossonero e portando al corteo contro lo sfruttamento, contro il precariato, contro la compressione del diritto allo sciopero i contenuti internazionalisti della lotta anarchica contro lo Stato, contro il Capitale e contro la delega.
“Per la Rivoluzione Sociale, solidarietà internazionalista” recitava lo striscione portato dalle compagne e dai compagni ad una marcia per la mutua solidarietà che non intendeva certamente festeggiare il Primo maggio, bensì continuare nel cuore della Milano dei quartieri popolari il conflitto sociale amplificato dall’unione delle lotte.
Precedentemente, nel cortile della sede di Viale Monza 255, si è tenuto il tradizionale pranzo che, quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 200 compagn* appartenenti a diverse anime del movimento libertario milanese. Un incontro che ha rinsaldato relazioni e rinnovato impegni, contribuendo alla conoscenza reciproca.
L’incaricato
TORINO
Quella del primo maggio torinese è stata una splendida giornata di sole, dopo due anni filati di pioggia battente e botte da orbi. Senza ombra di dubbio si è rivelata essere altresì un’ulteriore opportunità per ribadire le nostre ragioni autogestionarie e conflittuali, in netto contrasto con il clima di “festa” dominante che oramai da diversi anni caratterizza la sfilata cittadina. Fortunatamente la piazza del primo maggio ha saputo riempirsi anche di compagni e compagne anarchiche e rivoltose, di lavoratori e lavoratrici incazzate che non ci sono stat* a ridurre l’appuntamento ad una mera ricorrenza sclerotizzata, resa innocua dalle istituzioni. La classe dominante è interessata unicamente a mantenere lo status quo fatto di miseria e sfruttamento, guerra ed oppressione, difendendo con le unghie e con i denti i propri privilegi.
Le bandiere rossonere innalzate al vento e i cori dei presenti hanno scandito inequivocabilmente la combattività propria di una giornata di lotta, capace di tracciare un’evidente linea di continuità con le mobilitazioni operaie del 1886 a Chicago, quando si scioperava per rivendicare la giornata lavorativa di 8 ore.
Lo spezzone rosso e nero, aperto dallo striscione “né Stato né padrone. Azione diretta”, è partito da piazza Vittorio Veneto e ha attraversato in un numero considerevole il centro cittadino fino a raggiungere senza particolari intoppi piazza Castello, imboccando via Roma per poi giungere alla meta (piazza San Carlo). Ancorato al fianco del furgone di testa lo striscione “Contro la delega. Per l’azione diretta!”, giusto per rendere ulteriormente l’idea del netto distacco esistente da ogni forma di autoritarismo democratico esercitato da partiti di ogni forma e colore. Oggi Torino è governata dai populisti, razzisti e giustizialisti a 5 Stelle, che si congratulano con la polizia che reprime i No Tav e arresta gli anarchici. Il nuovo questore ha moltiplicato retate e controlli, per cacciare i senza carte e senza tetto, per fare pulizia etnica e sociale. I padroni continuano ad arricchirsi sulle spalle dei lavoratori e con il beneplacito del governo. Ci vogliono divisi per poterci meglio comandare e sfruttare. Per questo abbiamo deciso di metterci di traverso. Siamo scesi in piazza per invitare all’azione diretta e per contrapporre alla guerra tra poveri una solidarietà internazionalista!
Al termine del corteo ci si è spostat* nella sede della FAT dove si è festeggiato e pranzato tutt* insieme, per l’anarchia.

Per la Fat, l’incaricato
FRIULI-VENEZIA GIULIA
Tre gli appuntamenti per l’area anarchica quest’anno. Oltre alla presenza ai cortei a Cervignano e Trieste per la prima volta da decenni si è svolta un’iniziativa anche a Monfalcone. Qui nella mattinata il Coordinamento Libertario Isontino assieme all’Associazione Esposti Amianto ha promosso un presidio nella località di Panzano dove si trova il monumento alle vittime dell’amianto al quale hanno partecipato una cinquantina di persone. La giornata è poi proseguita nella sede del Caffè Esperanto con un pranzo sociale e un concerto. Molta la soddisfazione per la giornata che segna un ulteriore tappa del radicamento del gruppo anarchico nella cittadina isontina.
A Cervignano come ogni anno i compagni e le compagne della bassa friulana hanno dato vita ad uno spezzone di corteo incentrato sulle lotte ambientali che da sempre li vedono protagonisti in quei territori.
L’appuntamento più grosso rimane comunque quello di Trieste dove il corteo del primo maggio rimane un appuntamento molto partecipato. Quest’anno la novità era costituita dalla presenza dello spezzone sociale “Incompatibili” indetto dall’Assemblea cittadina contro la precarietà e lo sfruttamento costituitasi pochi giorni prima e formata dai sindacati di base presenti in città (usb, cobas e usi) e da vari pezzi del movimento triestino (Collettivo Tilt, Gruppo Anarchico Germinal e altri). Lo spezzone, pubblicizzato con migliaia di volantini e che ha avuto un notevole riscontro mediatico nei giorni precedenti, ha raccolto cinquecento persone. Il percorso è stato molto combattivo con tanti slogan, interventi ed azioni durante il percorso: sanzionamento con lo spray di un’agenzia di lavoro interinale, affissione di cartelli, striscione e fumogeni davanti ad una sede di Unicredit in solidarietà alla Rojava in lotta, performance teatrali… Come previsto, verso la fine del percorso il nostro spezzone si è distaccato dal corteo ufficiale per percorrere in autonomia un’ altra parte del centro e finire in piazza goldoni dove ci sono stati interventi a microfono aperto, musica, banchetti informativi, cibo e socialità. Questa scelta è stata fatta per rimarcare la distanza dai burocrati confederali della triplice. Come area anarchica buona la nostra presenza e visibilità con striscioni, bandiere, volantinaggio e diffusione della stampa anarchica (un banchetto di propaganda era presente anche nella piazza di fine corteo dei confederali). Da segnalare la presenza come gli scorsi anni di un gruppo di compagni curdi che hanno sfilato con le proprie bandiere dietro lo striscione anarchico. Come in altre occasioni erano presenti compas da fuori città e in particolare dalla Slovenia.
Un compagno presente

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